La poesia è composta da 128 versi divisi in quattro strofe.
I versi sono totalmente liberi, ossia non rispettano un preordinato numero di sillabe, tuttavia è stato notato che ricorrono spesso i ritmi ternario (tre sillabe), senario (sei sillabe) e novenario (nove sillabe).[1] I versi sono anche sciolti, perché non seguono uno schema metrico fisso di rime, ma le rime sono presenti in tipi diversi. Il poeta descrive un'immagine raffinatissima e suggestiva di un'atmosfera naturale espressa con una struttura frammentaria dei versi e con la ripetizione di parole e di frasi e dal susseguirsi di sensazioni uditive, visive, olfattive, tattili, ritmate dal ripetersi di due verbi chiave, "piove" e "ascolta", in cui però le sensazioni uditive prevalgono sulle altre. La poesia, infatti, è come una sinfonia: il poeta sceglie le parole non tanto per il loro significato quanto per il loro suono — caratteristica tipica del decadentismo e di D'Annunzio in particolare —, per creare la suggestione di una musica. Le strategie tecniche che utilizza per creare musicalità e suggestione sono varie e diversificate e il linguaggio risulta molto ricercato e raffinato.