A partire da un celebre passo di Plinio tratto dalla Naturalis Historia che ci presenta l’inevitabile, connaturata mobilità dell’opera d’arte, il breve saggio di Giuseppe Barbieri cerca di passare in rassegna alcuni dei numerosi problemi che sono in qualche modo collegati alle dinamiche dell’opera d’arte nella storia. In particolare, il radicale ridisegno della geografia artistica europea che è venuto a definirsi tra la fine dell’Ancien Régime e la stagione napoleonica, il quale non ha solo avviato una esperienza affatto nuova di conservazione museale della memoria, ma risulta anche il presupposto dell’approccio moderno degli studi storico-artistici.